giovedì 12 giugno 2025

MILANO: 155/2025 Pegaso Security Spa Procedimento unitario Tribunale di Milano

 



Tribunale di Milano Giudice Delegato: Macchi Caterina Fonte Portale Fallco >>>

P.U. n. 155-2/ 2025 Tribunale di Milano Sezione II civile Il tribunale, riunito in camera di consiglio nelle persone dei giudici Presidente rel. Giudice Dott. OMISSIS Dott. OMISSIS Dott. OMISSIS Giudice ha pronunciato il seguente DECRETO VISTO il ricorso in data 13.5.2025 con cui Pegaso Security s.p.a. (c.f.08061680727) ha depositato avanti al Tribunale di Cosenza una domanda ex art. 44 c.1 CCII, riservandosi di presentare entro un assegnando termine una proposta definitiva di concordato preventivo ovvero una richiesta di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti; Visto il decreto in data 21.5.2025 con il quale il Tribunale di Cosenza ha dichiarato la propria incompetenza territoriale ai sensi degli artt. 27-28 CCII e ha disposto la trasmissione degli atti a questo tribunale; Ritenuta la competenza del Tribunale di Milano atteso che il trasferimento della sede legale da Milano a Cosenza è avvenuta in data 22.11.2024 ed è dunque ininfluente, alla stregua del disposto dell’art. 28 CCII; la competenza di questo tribunale risulta inderogabilmente anche dalla previsione dell’art. 7 CCII, che sancisce il principio di trattazione unitaria delle domande di accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza e alle procedure di insolvenza, dovendosi osservare che pende sin dal 6.2.2025 ricorso per l’apertura della liquidazione giudiziale depositato dal Pubblico Ministero; Rilevato che con la produzione documentale allegata alla memoria difensiva del 4.6.2025 la ricorrente ha comprovato che l’esperto della composizione negoziata dr.ssa OMISSIS ha depositato la relazione ex art. 17 comma 8 CCII in data 12.5.2025; è stata dunque comprovata la sussistenza dei presupposti previsti dall’ultima parte dell’art. 40 comma 10 CCII, sì che non si applica la decadenza disciplinata dalla prima parte del medesimo comma; La ricorrente ha prodotto ex art. 120 bis CCII il verbale di determina dell’a.u. del 9.5.2025, i bilanci relativi agli esercizi 2022, 2023 e una situazione patrimoniale aggiornata al 31.12.2024, l’elenco dei creditori e un’aggiornata visura camerale; Ritenuto: che da tale documentazione emerga la sussistenza sia del presupposto soggettivo di assoggettabilità a liquidazione giudiziale sia del presupposto oggettivo della ricorrenza di uno stato di crisi, richiesti per l’accesso alla procedura di concordato preventivo o agli accordi di ristrutturazione; - che possa dunque accogliersi la richiesta di concessione di termine, da fissare in concreto, alla luce del tenore della domanda come indicato in dispositivo; - che devono fissarsi gli obblighi informativi periodici come previsto dall’art. 44 c.1 lett. c), indicati in dispositivo; - che si determina come da dispositivo ex art. 44 c.1 lett. d) la somma necessaria per le spese di procedura sino alla scadenza del termine stabilito ex art. 44 c.1; PQM Visto l’art. 44 CCII; 2 1 . concede al ricorrente termine di giorni sessanta decorrente dall’iscrizione di cui all’art. 45, comma 2 CCII per la presentazione di una proposta definitiva di uno strumento di regolazione della crisi o dell’insolvenza come indicato dalla stessa ricorrente; 2. nomina un commissario giudiziale nella persona del dr. OMISSIS , il quale dovrà vigilare sull’attività che il ricorrente andrà a compiere fino alla scadenza del suddetto termine, riferendo immediatamente al tribunale su ogni atto di frode ai creditori non dichiarato nella domanda ovvero su ogni circostanza o condotta del debitore tali da pregiudicare una soluzione efficace della crisi, nonché sulle situazioni indicate dall’art. 44 comma 2 CCII; precisa che si applica l’art. 46 CCII e conseguentemente l’art. 44 comma 1 ter CCII; 3. autorizza il commissario giudiziale, con le modalità di cui agli articoli 155-quater, 155- quinquies e 155-sexies delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile: 1) ad accedere alle banche dati dell’anagrafe tributaria e dell’archivio dei rapporti finanziari; 2) ad accedere alla banca dati degli atti assoggettati a imposta di registro e ad estrarre copia degli stessi; 3) ad acquisire l’elenco dei clienti e l’elenco dei fornitori di cui all’articolo 21 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 e successive modificazioni; 4) ad acquisire la documentazione contabile in possesso delle banche e degli altri intermediari finanziari relativa ai rapporti con l’impresa debitrice, anche se estinti; 5) ad acquisire le schede contabili dei fornitori e dei clienti. 4. dispone che il ricorrente: 4.1. entro il termine di dieci giorni dall’avvenuta comunicazione del presente decreto depositi la somma di € 15.000,00 presumibilmente necessaria per effettuare il pagamento del compenso dovuto al commissario giudiziale e per sostenere le altre eventuali spese del procedimento, effettuando il relativo versamento su un conto corrente intestato alla procedura da aprire presso un istituto di credito a scelta del commissario giudiziale; 4.2. allo scadere del 6 luglio 2025 e del 6 agosto 2025 depositi in cancelleria una situazione patrimoniale, economica e finanziaria aggiornata dell’impresa (che la Cancelleria dovrà provvedere a pubblicare sul Registro delle Imprese entro il giorno successivo), trasmettendone una copia al commissario giudiziale, cui dovrà anche inviare una breve relazione informativa ed esplicativa, redatta dal suo legale, sullo stato di predisposizione della proposta definitiva, nonché sulla gestione corrente, anche finanziaria, allegandovi l’elenco delle più rilevanti operazioni compiute, sia di carattere negoziale, che gestionale, industriale, finanziario o solutorio, di valore comunque superiore ad Euro 5.000,00, con l’indicazione della giacenza di cassa e delle più rilevanti variazioni di magazzino; 4. dispone che la Cancelleria provveda tempestivamente a restituire al G.rel. il fascicolo del procedimento, non appena la ricorrente avrà depositato la documentazione su cui verte la riserva di successiva presentazione, ovvero, in caso di omesso deposito, alla scadenza del termine di cui sopra; nonché nei casi in cui il commissario giudiziale riferisca circostanze rilevanti alla stregua del disposto dell’art. 44 c. 2; 5. manda alla cancelleria per le comunicazioni al debitore e al pubblico ministero, nonché per gli altri adempimenti di rito. Milano, 5.6.2025. Il presidente est. Dott.ssa Caterina Macchi

giovedì 2 gennaio 2025

MILANO: Caporalato: salario minimo per sentenza, così la Procura di Milano ha alzato gli stipendi

Milano, 29 dic. (LaPresse) - Dagli opifici clandestini cinesi di Armani e Dior, dove le borse escono al costo di 53 euro e vengono rivendute a 2.600, fino ai driver di Brt-Bartolini sottoposti a “orari e ritmi di lavoro estenuanti”. Passando per i vigilantes della metropolitana di Milano con stipendi “sotto la soglia di povertà”: 950 euro lordi al mese per 173 ore su turni notturni da 11 ore. Per Corte d’appello di Milano e Corte di Cassazione sono cifre in violazione dell’articolo 36 della Costituzione. Non “garantiscono un’esistenza libera e dignitosa”. Così, se il salario minimo non arriva per legge, arriva per sentenza. Mentre in Parlamento si discute invano da anni di proposte sulla paga minima oraria, come in 21 Paesi Ue, che contrastino il fenomeno della ‘in-work poverty’ andando a coprire i 4.578.535 di lavoratori che in Italia guadagnano meno di 9 euro lordi l’ora (di cui oltre 1,5 mln di under 35), il ‘primato della politica’ si arrende a quello delle aule di tribunale. La mappa di un ‘nuovo’ caporalato emerge dagli incartamenti di decine di cause civili e inchieste giudiziarie. Nell’ultimo quinquennio colossi della logistica (Dhl, Gls, Uber, Brt, Geodis, Ups, Amazon), della grande distribuzione (Esselunga, Lidl, Carrefour), istituti di vigilanza (Sicuratalia, Mondialpol, Cosmopol) e rami manifatturieri dei brand di moda (Giorgio Armani Operations, Manufactures Dior, Alviero Martini spa) sono stati raggiunti da sequestri preventivi per mezzo miliardo di euro o decreti di amministrazione giudiziaria con accuse mosse dalla Procura di Milano di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, frodi fiscali per ‘schermare’ gli appalti di manodopera, spesso straniera e migrante. C'è voluta la Cassazione, a fine dell’anno passato, per stabilire che lo stipendio da 5,3 euro lordi l’ora delle guardie giurate in appalto per l'Azienda dei Trasporti Milanesi è incostituzionale e contrario alla “dignità della persona” nonostante fosse conforme alla paga “stabilita dal contratto collettivo” dei servizi fiduciari. “Nella Costituzione c'è un limite oltre il quale non si può scendere” che va imposto “dall’esterno” hanno scritto i giudici della Suprema Corte sezione lavoro (collegio Raimondi-Piergiovanni-Riverso-Panariello-Cinque), stigmatizzando il “dumping” e obbligando le aziende a risarcire i dipendenti, pur sottolineando la “prudenza” con cui approcciare la “materia retributiva”. Meno prudenti i diretti interessati. “Bisognava arrestare i sindacalisti che hanno firmato”, tuona con LaPresse uno dei vigilantes che ogni giorno, divisa indosso e pistola nella fondina, controlla i varchi di accesso al palazzo di giustizia di Milano. Nella raffica di inchieste per sfruttamento che hanno terremotato il settore ci è finita anche la sua società: la All System, fornitrice di Procura generale di Milano, Leonardo, Enel, Grandi Stazioni, Iren, Inps, Zecca dello Stato, Eni e Università Cattolica. Come si operava all’interno lo hanno raccontato i lavoratori ai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria. Doppi turni da “8 ore” imposti a persone che “a causa” del “bisogno” sono “costrette ad accettare”. “Sono dovuta rimanere a casa per gravidanza a rischio - dice una donna - Dopo il parto non sono più potuta rientrare”. Sette giorni sono bastati alla All System per presentarsi in Procura a Milano e annunciare un piano di aumenti salariali del 38% in cambio della revoca del controllo dei magistrati. “Politica giudiziaria”, l’ha definita in un convegno il pm Paolo Storari, titolare di numerosi fascicoli. Fra avvocati delle aziende, che in privato parlano di ‘estorsione’ da parte dei magistrati, e osservatori più di qualcuno storce il naso. “Sono i pm a rinnovare i contratti e a stabilire le tabelle salariali adeguate?”, si è chiesto polemicamente l’ex sindacalista Giuliano Cazzola, già dirigente del Ministero del Lavoro ed ex parlamentare. Per l’economista ed ex presidente Inps, Tito Boeri, “non può essere la magistratura ad affrontare questo problema perché interviene a macchia di leopardo” con conseguenze “distorsive” sul mercato. Sono “milioni i lavoratori, dal commercio al turismo” scivolati “nella povertà”, ribatte Emanuele Ferretti della Filcams-Cgil. C'è il rischio di “dover scomodare il diritto penale come mai era accaduto prima”.Nel ribaltamento apparente di ruoli fra legislatore, magistratura, sindacati e imprese, sono state le pronunce dei giudici a spianare la strada al rinnovo del Ccnl vigilanza nel 2024, dopo 10 anni di stallo: aumenti fino a 350 euro mensili per una platea superiore ai 100mila addetti. Sempre le inchieste hanno aperto il vaso di Pandora sulla logistica: Dhl che, dopo un sequestro multimilionario, si mette al riparo con un oneroso “piano B” per assumere direttamente 1.500 lavoratori esternalizzati. Gli svizzeri di Ups che pagano 86 milioni di euro per una presunta frode fiscale sulla somministrazione di 30.625 dipendenti, piuttosto che chiarire il dubbio sorto agli inquirenti di chi siano i lavoratori esterni, se il “controllo a distanza” su “ritmi”, “turni”, “spostamenti di merce” sia diretto da un “software” senza “mediazione umana”. L’ultimo filone in ordine cronologico riguarda gli appalti della moda, ancora in fase di approfondimento. I carabinieri del Nucleo ispettorato lavoro monitorano laboratori clandestini in Brianza e nel milanese che producono pelletteria e accessori per le big del lusso. All’interno trovano dormitori abusivi, igiene e standard salariali “sotto minimo etico”, frodi fiscali-contributive e dispositivi di sicurezza manomessi. A pagare con la vita il 25 maggio 2023 è un 26enne del Bangladesh, Abdul Rahman. Muore schiacciato da una macchina per tagliare la pelle al suo “primo giorno di lavoro in nero” dopo “20 minuti”. Sono 3 le aziende - Armani, Dior, Alviero Martini spa - finite in amministrazione giudiziaria perché ritenute incapaci “di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo”. Almeno 13 i brand del lusso e del fast fashion sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti: da Versace a Zara, da Diesel a Gucci. La moda ‘etica’ si farà per sentenza? Fonte LaPresse 29 DIC 24